AROMATICHE

RABARBARO
RHEUM OFFICINALIS

Caratteristiche specie

Il Rabarbaro (Rheum) è una pianta originaria delle zone montane dell'Europa Orientale e dell'Asia Centrale fino all'Himalaya e alla Cina. Alcune varietà si sono ben ambientate nelle zone temperate europee. Il genere comprende circa 60 specie, che possono sviluppare cespi alti da uno a tre metri. Alcune varietà hanno valore ornamentale per le larghe foglie regolari oppure per le infiorescenze gialle, verdi o rosso vivo. 

Richiedi Info >

PARTICOLARITÀ

PIANTA: Le specie del genere Rheum hanno un robusto rizoma carnoso da cui viene emesso ogni anno un nuovo apparato vegetativo che può raggiungere altezze anche superiori ai 200 cm.

FIORE: I fiori sono bisessuali, riuniti in pannocchie terminali lungamente peduncolate che possono raggiungere alcuni decimetri di lunghezza. I singoli fiori hanno simmetria raggiata, con perigonio composto da sei tepali di colore bianco o giallastro. Stami in numero di 6 o 9. Ovario supero, contenente un solo ovulo.

FOGLIA: Le foglie, di grandi dimensioni, sono in gran parte riunite in una rosetta basale, disposte con fillotassi alternata, con piccioli lunghi cilindrici e carnosi e lembo variabile da ovato-cordato a reniforme, semplice o palmato-lobato. Il margine è intero o dentato, più o meno ondulato.

FRUTTO: Il frutto è una noce trigona con spigoli prolungati in un'ala membranosa. 

RACCOLTA: La raccolta va fatta al secondo anno d'impianto per quanto riguarda il rizoma, oppure moderatamente anche al primo anno per i piccioli fogliari, avendo cura di lasciare un adeguato numero di foglie per consentire l'attività fotosintetica. L'epoca di raccolta è autunnale per il rizoma, primaverile (da aprile a giugno secondo le zone) per le foglie. In estate vanno asportati gli scapi con le infiorescenze in quanto la fioritura e la fruttificazione sottraggono energie alla pianta penalizzando soprattutto la produzione dei rizomi.

USO: L'uso del Rabarbaro a scopo alimentare o medicinale ha origini antichissime in alcune popolazioni asiatiche. Sembra che i Cinesi lo usassero già dal 2700 a.C. e che rientrasse fra gli alimenti tradizionali delle popolazioni mongole. L'uso alimentare fra le popolazioni occidentali, soprattutto di cultura anglosassone, risale invece ad epoche più recenti, probabilmente introdotto a seguito dell'espansione coloniale delle superpotenze europee.
L'uso alimentare si limita ai piccioli fogliari carnosi, impiegati come ingrediente principale o secondario in varie pietanze ma soprattutto per la preparazione di torte dolci o salate e marmellate. Le foglie possono inoltre essere utilizzate come succedaneo degli spinaci, tuttavia l'uso è categoricamente sconsigliato a causa dell'elevato tenore in acido ossalico. Le foglie si raccolgono in genere nel periodo di maggio-giugno, preferibilmente dal secondo anno di vegetazione in poi.
L'uso medicinale del Rabarbaro riguarda il rizoma. Sotto questo aspetto il Rabarbaro per eccellenza s'identifica nella specie Rheum palmatum, più nota con il nome comune di Rabarbaro Cinese. Le stesse proprietà del Rabarbaro Cinese possono tuttavia essere estese a tutto il genere, anche se possono esserci differenze nel tenore in principi attivi. Il rizoma si raccoglie da piante di oltre un anno d'età, viene decorticato e suddiviso in frammenti ed essiccato. La droga si presenta sotto forma di frammenti cilindrici o discoidali, duri, di difficile frantumazione. Come prodotto erboristico classico il Rabarbaro si assume tal quale in polvere, come decotto, come estratto idroalcoolico.
In campo industriale è utilizzato nel settore farmaceutico per la produzione di farmaci. Nel settore liquoristico è impiegato come ingrediente base per la produzione di amari tonico-digestivi oppure come ingrediente correttore del sapore per aperitivi e amari a base d'erbe. L'uso del Rabarbaro come ingrediente secondario è dovuto soprattutto al suo aroma gradevole, che contribuisce a migliorare il bouquet dei preparati.

AVVERTENZE: L'uso del Rabarbaro deve essere moderato sia nel tempo sia nelle dosi a causa degli effetti collaterali. In generale, aumentando l'assunzione, si manifestano le proprietà lassative del Rabarbaro e interferenze con alcune funzioni fisiologiche relative all'apparato digerente, al sistema circolatorio, al sistema escretore.
In particolare, l'uso del Rabarbaro è categoricamente sconsigliato alle donne durante la gravidanza e l'allattamento, ai bambini sotto i due anni d'età, ai malati cronici di affezioni gastro-intestinali (ulcere e coliti), di emorroidi o di calcoli renali.
Infine, come si è detto in precedenza, è sconsigliato l'uso alimentare delle foglie a causa dell'elevato contenuto in acido ossalico, la cui DL50 è di 375 milligrammi per chilogrammo di peso vivo. La raccomandazione non si estende ai piccioli fogliari, che invece hanno un tenore bassissimo in acido ossalico.

INFO GENERALI

CLIMA: Predilige zone esposte al sole o a mezz'ombra. Non teme le gelate. 

TERRENO:  La pianta vive in zone umide, ricche di humus. Il terreno deve essere ben lavorato in profondità per favorire la crescita dei rizomi. 

IRRIGAZIONE: Le annaffiature devono essere regolari perchè è una pianta che teme la siccità. 

CONCIMAZIONE: La concimazione deve essere fatta in autunno. 

POTATURA: In estate asportare le infiorescenze in quanto sia la fruttificazione che la fioritura sottraggono energia alla pianta, soprattutto per la produzione dei rizomi. 

PROPAGAZIONE: Si semina in vaso in autunno e si interrano i nuovi cespi in primavera. E' consigliabile ogni cinque anni dividere le piante per rinnovare la pianta e per renderla più produttiva. 

RACCOLTA: La fine dell'estate è il momento della raccolta degli steli, quando hanno raggiunto il massimo sviluppo e sono maturi. Una volta raccolti, vengono ridotti in pezzi e fatti essicare. 

MALATTIE E PARASSITI: La pianta è soggetta ad attacchi di limacee, a virosi e al marciume del colletto.  

NOTA: Ha proprietà aromatiche e medicinali. Stimola l'attività digestiva e l'appetito. E' per questo che viene impiegato nella produzione di amari tonico-digestivi.
In cucina gli steli vengono canditi e cotti per fare marmellate. Per esaltarne il sapore, si aggiunge qualche gambo quando si prepara la marmellata di fragole. Non contiene glutine. 
Nell'orto, si usa interrare qualche gambo di rabarbaro vicino a verze e cavoli, per allontanare il parassita Plasmodiophora brassicae, responsabile dell'ernia del cavolo. 

CURIOSITA': E' una pianta antica, coltivata in Asia 2700 anni prima della nascita di Cristo. I Greci, che ne facevano grande uso per le sue virtù medicinali, aggiunsero al sostantivo "ra", che indicava in greco quest'erbacea, l'aggettivo "barbaron" in riferimento al fatto che veniva coltivata in terre barbare. Furono gli Inglesi, solo due secoli fa, a scoprire la sua commestibilità.